Videogames ma quanto mi costi? Da finire

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  1. ¬Roccia
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    Videogames ma quanto mi costi? NGG - Next Games Generation

    Avevo in mente da un paio di giorni di aprire il prima possibile un articolo ben dettagliato ed adatto a tutti nel acquisto dei propri videogames.

    Per chi non vuole rinunciare a quelle ore di divertimento, sia da solo o con il vostro amico, vi siete mai chiesti quanto costano ad oggi un videogioco ? Perché i prezzi sono aumentati? Quante volte vi è capitato di andare in un negozio di fiducia ad comprare un titolo che vi interessa tanto e scopri che non puoi spendere tutti quei soldi oppure che il tuo portafoglio non richiede soldi a sufficienza? Visto la crisi in cui vive italia, con quel poco che si guadagna non arrivi nemmeno alla fine del mese. Bhè dopo tutte queste domande, ci sarà almeno una che vi rispecchi, non mi resta di augurare una buona lettura xD

    "Ad ogni generazione di console il prezzo è aumentato di 5 o 10 dollari"
    D'altra parte quando si vengono a conoscere le ridicole spese di marketing che le softco sperper... ehm, investono per promuovere i propri giochi, viene davvero voglia di mollare il pad o il mouse e darsi al Curling o al Lacrosse. Se però gli stessi game designer (vedi l'intervista a Naughty Dog) ritengono quegli investimenti "necessari" per lanciare nuovi titoli, beh allora alziamo le mani e lasciamo perdere.

    Andando a ritroso si scopre che i titoli della prima generazione costavano apparentemente meno di quelli attuali. Ricordo come fosse ieri quando scleravo con i miei genitori per farmi regalare una copia di Pitfall! per Intellivision che costava, ai tempi, 75mila lire. Apparentemente, appunto. Perché, contando l'inflazione, quel gioco oggi sarebbe costato circa 100 euro. Ecco quindi il primo mito da sfatare.

    Se prendiamo in considerazione il mercato americano (quello europeo è sempre stato più sfigato, specie dopo l'introduzione dell'euro, visto che spesso è stata applicata l'equivalenza 1:1 quando il valore delle valute è ben diverso), notiamo che ad ogni generazione il prezzo è aumentato di 5 o 10 dollari, passando, ad esempio, dai 30 dollari dei titoli Atari e Coleco, ai 40 medi dei giochi per NES, ai 50 dell'epoca 16-32-64 bit, fino ad arrivare agli attuali 60-70.

    Certo, il mercato e il potere di acquisto dei consumatori sono cambiati parecchio nel corso degli ultimi trent'anni. Per quasi un ventennio l'appassionato di videogame che voleva avere il prodotto migliore ha dovuto ricorrere al famigerato "mercato parallelo", che oltre ad aver arricchito innumerevoli negozianti, ha creato un gap notevole nella percezione che il pubblico degli appassionati aveva nei confronti del medium ludico.

    Sborsare cifre folli per avere "la versione migliore" era considerata la normalità, tant'è che chi scrive riuscì nella miracolosa impresa di vendere un Megadrive PAL per comprarne (lo stesso giorno) uno jappo solo perché aveva visto su Console mania che in Sonic c'era un livello con l'acqua in movimento assente, effetto assente nella versione europea, e che sganciò 269 mila lire per accaparrarsi la versione nipponica di Perfect Eleven per SNES appena arrivata in Italia dal Sol Levante. E dei 100 euro spesi per Devil May Cry americano? Vabbè, stendiamo un velo pietoso.

    Una volta diradatasi la nebbia dell'importanza parallela, delle modifiche alle console, degli adattatori e di tutti questi ammennicoli che hanno segnato un'epoca, la normalizzazione del prezzo del videogioco è avvenuta attraverso la standardizzazione del suo costo per il consumatore. Oggi nessuna persona si aspetterebbe un COD al day one prezzato a meno di 69 euro, idem per FIFA e tutte le produzioni a tripla AAA che monopolizzano il mercato.

    Console quanto sei esagerata
    Un altro dato apparentemente fondamentale è il prezzo al lancio di una console. Anche in questo caso, molti dei miti da forum e delle considerazioni relative al fatto che questo possa o meno incidere sulle fortune di un hardware vanno ampiamente ridiscussi.

    Un dato interessante è quello che dimostra come non sempre (anzi, quasi mai), il successo di una console dipenda dal suo posizionamento economico nel giorno del suo esordio. In poche parole, che costi tanto o poco, il destino di una console è irrimediabilmente segnato da altri fattori e non certo dal prezzo che gli early adopters vedono stampato sulla confezione al day one.

    Secondo i dati. Bureau of Labor Statistics e fonti varie del web, le due console più economiche della storia dei videogiochi al day one sono state il Nintendo GameCube (2001) che, considerando l'inflazione, costerebbe oggi 259 dollari americani, ed il SEGA Dreamcast (1999) che al cambio attuale verrebbe a costare 275 dollari. Entrambe esordirono ai tempi con un prezzo di 199 dollari negli USA, al di sotto quindi della più bassa "soglia psicologica" ipotizzabile per un hardware nuovo di pacca.

    Nonostante abbiano venduto milioni di pezzi, né l'una né l'altra possono dire di essere state dei grandi successi, tutt'altro. Il Dreamcast ha posto fine alla storia di SEGA in quanto produttrice di hardware, il GameCube è stata la console casalinga di minor successo della storia della grande N. Il grafico suggerisce altre due riflessioni: la prima è che Nintendo ha sempre prezzato al ribasso le sue console: SNES, Nintendo 64, Wii e Wii U sono tra le console più economiche della storia dei videogiochi.

    "Atari 2600? Al cambio attuale costerebbe 757 dollari. Intellivision? 836. Magnavox Odyssey? 703"
    Un'altra riflessione riguarda l'abbattimento dei costi dell'hardware. Le prime console della storia costavano davvero tanto: Atari 2600? Al cambio attuale 757 dollari. Intellivision? 836. Magnavox Odyssey? 703. Colecovision? 418. Ultimo pensiero per le due più costose di tutte, Neo Geo e 3DO: sono state le uniche console capaci di sfondare quota 1000 dollari (attuali), al tempo del loro lancio.


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    Edited by ¬Roccia - 20/2/2014, 17:42
     
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